Progettista architettonico e consulente per il restauro
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Restauro
Rinnovo
Architettura
Design
Patrimonio culturale
Puoi spiegarci nel dettaglio il tuo lavoro?
Sono architetto e mi occupo prevalentemente di ristrutturazioni, restauri e valorizzazione di beni architettonici.
Come ci sei arrivata, che studi hai fatto e da quanto tempo lo svolgi?
Fin da giovane ho lavorato in cantiere con ditte specializzate in edilizia per il restauro, finito il liceo mi sono iscritta alla facoltà di architettura e nel 2014 ho conseguito l’abilitazione alla professione. Attualmente lavoro come libera professionista collaborando con colleghi architetti e ditte specializzate nel restauro di beni architettonici.
Quali sono gli aspetti che maggiormente ami del tuo lavoro?
Diciamo che la mia vita si divide a metà tra la scrivania e il cantiere. In particolare la vita del cantiere mi da la possibilità di assistere alle trasformazioni dei luoghi e testare con mano quelle che sono le varie fasi di realizzazione di un progetto. Una cosa che amo particolarmente è vedere una superficie deteriorata tornare ad essere arte. La scrivania mi permette di confrontarmi ogni volta con realtà diverse ed è sempre una nuova avventura: un giorno stai aiutando una coppia a realizzare il sogno di una casa più grande, il giorno dopo si preparano i documenti da inviare alle Soprintendenze preposte per il progetto di valorizzazione di un sito archeologico.
Quale è stato il restauro che ti ha dato maggior soddisfazione?
Difficile mettere in paragone lavori così diversi perché ogni restauro è a se. In generale il tipo di restauro che mi da più soddisfazione è quello che passa attraverso il descialbo, ovvero la rimozione accurata di tutti gli strati di scialbo sovrammessi che hanno occultato le decorazioni originali. Le persone non sanno a volte che i propri soffitti o muri nascondono veri e propri tesori, per questo anche durante le ristrutturazioni in edifici storici propongo sempre ai clienti di effettuare qualche saggio prima di tinteggiare le superfici, mi è capitato di trovare delle decorazioni sulle volte persino al quarto piano di una casa fine 800!
Le maggiori difficoltà che puoi incontrare?
Non sento il peso di particolari difficoltà e il cantiere di per sè non rappresenta un pericolo per me, bisogna sicuramente utilizzare abbigliamento idoneo non sempre comodissimo e stare attenti a dove si mettono i piedi, ma sono ostacoli superabili. Come professionista però vorrei spendere due parole a favore della nostra categoria, siamo professionisti che pazientemente si interfacciano con una burocrazia complicata fatta di procedure e normative arzigogolate che possono addirittura cambiare da comune a comune e, in alcuni casi, richiede ancora la presentazione delle istanze in formato cartaceo con tempi di attesa inammissibili nel 2019.
Se chiudi gli occhi e pensi al tuo lavoro, quali sono i profumi e le sensazioni che la tua mente rievoca?
Fino ai 14 anni vivevo con la mia famiglia in campagna e ogni giorno venivamo a Torino dove i miei genitori lavoravano. Uscita da scuola trascorrevo i pomeriggi nel laboratorio di restauro del mio papá dove rimanevamo fino a sera quando era ora di tornare a casa. Si può senz’altro dire che Libri d’arte, bozzetti, pennelli, barattoli di tinta, ma anche carta-vetro, chiodi e solventi hanno sempre fatto parte della mia vita da che ne ho memoria. Da sempre cammino per strada con lo sguardo trasognante perdendomi tra le decorazioni e le varie architetture. Non saprei definire con esattezza il momento esatto in cui ho capito che questo campo era ciò che volevo per me, perchè in un certo senso son nata e cresciuta a contatto con l’arte e mi è venuto del tutto naturale proseguire per questo cammino.
Quanto è importante la creatività e l’immaginazione nel tuo lavoro?
Questa è una bellissima domanda, diciamo che nel restauro devi essere molto fedele alla mano di colui che ha realizzato il manufatto originariamente, quindi potrei dire che in questo caso si fa ricorso più che altro all’immaginazione per riuscire ad interpretare al meglio i segni del passato, a maggior ragione quando questi son meno leggibili.
In una ristrutturazione invece è la creatività che gioca un ruolo fondamentale, perchè è solo grazie a questa che si riesce a trasmettere al cliente l’idea di un qualcosa che ancora non c’è. Non tutti riescono a visualizzare il potenziale di un immobile usato o di un’area urbana abbandonata, è compito dell’architetto riuscire a comunicare in maniera creativa ed efficace i possibili scenari futuri di quel luogo.
Com’è la tua casa?
La mia casa è composta da due camere e una cucina, è un mix di pezzi antichi, moderni e contemporanei. Toni chiari e rilassanti prevalentemente grigio e verde chiaro, blu per gli accessori poi, oltre a qualche pianta qua e là, un tocco di giallo. Comunque questo è un tasto abbastanza dolente per me e credo per chiunque si occupi di interior design, perchè è molto più facile aiutare gli altri nelle scelte di arredi, colori e materiali, mentre noi, che siamo clienti di noi stessi, ci ritroviamo in una vorticoso conflitto di interessi che sfocia in scelte molto sofferte.
3 aggettivi per definirti?
Dinamica, entusiasta e appassionata
Sei una donna che non ha paura di sporcarsi le mani. Sei sempre stata così?
Si diciamo che essendo cresciuta nel Laboratorio del mio papá son sempre stata abituata al caos creativo e a non preoccuparmi di sporcarmi, anzi devo dire che alle volte è abbastanza liberatorio non preoccuparsi di come hai i capelli o se ti cade una goccia di colore sulla maglia.
Quali sensazioni ti dà partecipare attivamente all’intero processo? Mi piacciono molto i lavori artigianali, sanno di autentico e di vero. Personalmente credo sia l’espressione più sincera di un essere umano, quando vedi realmente qualcosa crearsi davanti ai tuoi occhi grazie alle tue mani è una gioia immensa. Avendo la possibilità di seguire l’intero processo dalla carta alla realizzazione è un po’ come crescere insieme a quel progetto, cambiando giorno dopo giorno in un certo senso cambio anche io insieme a lui.
Ti sei mai sentita discriminata sul lavoro in quanto giovane e bella donna?
Questo è un tema che affronto spesso con colleghe e amiche. Si la discriminazione in Italia c’è, le battute di cattivo gusto non mancano e neanche la sensazione che io debba dimostrare a qualcuno le mie conoscenze e capacità. Per fortuna non sono tutti così, ma siamo ancora lontani dal poter affermare ci sia una parità, in questo campo come in altri. Personalmente cerco di sostenere la presenza delle donne nei cantieri lavorando con un’impresa in cui le titolari sono donne e assumono altre donne. D’altra parte capisco anche che alcuni si sentano minacciati dal fatto che ci vedano sempre più numerose: una volta un operaio mentre spostavo un sacco da 25 kg ha tristemente ammesso “se adesso voi fate anche questi lavori noi poi cosa facciamo?”.
ad alcuni poi scappa l’occhiolino da quando è stato ammesso l’uso della parola “architetta”, non mi arrabbio perché ci chiamano così, perchè questa è solo una parola e ci abitueremo come ci siamo abituati al verbo “postare”da “to post” in inglese. Ciò che mi rattrista è che prima di poter usare quella parola con serenità passerá ancora molto tempo, perchè non è la parola che ci definisce ma le nostre professioni, che ad oggi purtroppo non vengono considerate al pari di quelle degli uomini. Se la generazione di mia madre è stata quella delle proteste sessantottine, la nostra è quella che, vivendo il gap generazionale, dovrà purtroppo dover dimostrare che quelle proteste erano giuste e sacrosante. Mi piacerebbe bastasse una A per far sparire pregiudizi e maleducati, ma purtroppo non è così. Soltanto il tempo e la costanza porterà al vero cambiamento.
Un luogo che ti è entrato nel cuore?
La città di Buenos Aires, dove ho vissuto un anno per scrivere la mia tesi di laurea. Credo sia una città straordinaria dove ho lasciato parte del mio cuore. Dicono sia la città più europea del Sud America, non ho visitato altre città ma posso sicuramente dire che merita di essere vista almeno una volta nella vita, in particolare nel periodo primaverile dove si tinge tutta di violetto a causa dei meravigliosi alberi in fiore lungo i viali della città
Le 3 canzoni preferite?
80’s life – the good the bad and the queen
take a walk on the wild side – lou reed
because the night – patty smith
Quanto è importante per te l’utilizzo di pigmenti naturali?
I pigmenti naturali sono quelli costituiti da terre naturali e/o ossidi e, al contrario dei pigmenti sintetici, hanno colori meno accesi e sgargianti. Se guardiamo l’architettura del passato troviamo infatti tonalità delicate che ricordano i colori della natura proprio perchè i colori venivano fatti con materiali reperiti in natura. Per me è importante utilizzare sempre pigmenti naturali e consigliare ai clienti di circondarsi sempre di tonalità color pastello. Il tipo di tinta che consiglio sempre è a base di calce che con i pigmenti naturali reagiscono in maniera tale da offrire gradazioni diverse, in più la calce è sicuramente un materiale più economico e sostenibile rispetto ad altri tipi di prodotti per la tinteggiatura.
Un edificio che pensi sia stupendo dal punto di vista architettonico?
la scelta è davvero difficile perchè ce ne sono talmente tanti e così diversi, però a me rimane nel cuore Firenze con la Cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Se potessi entrare in un dipinto quale sceglieresti e perché?
Vorrei vivere la famosa Notte stellata di Van Gogh e perdermi nei tratti lasciati dalle sue pennellate decise. Mi piacerebbe passeggiarci dentro e andare a conoscere gli abitanti di quelle casupole immerse nella natura, facendomi accompagnare da una dolce melodia. Sarebbe davvero un sogno.
Cosa pensi dell’Italia?
sinceramente credo che il nostro paese sia uno dei più belli al mondo. Non ci manca niente: natura,storia,arte,
In Italia Ci sono migliaia di palazzi meravigliosi che cadono a pezzi, siti archeologici abbandonati, musei chiusi, alcuni mai aperti e altri sull’orlo del fallimento. Potremmo vivere solo di questo e far girare un’intera economia basata su ristorazione, luoghi della cultura, escursioni nella natura, ma in realtà i governi che si succedono da anni non si occupano mai davvero di promozione territoriale e per questa attività rimangono poche briciole.
Come scarichi lo stress e come fai fronte alla fatica fisica?
La palestra è un posto che amo particolarmente perché entri con la testa piena di pensieri e preoccupazioni ed esci che hai ridimensionato i problemi e sei pronto per affrontare la giornata con grinta e serenità.
La fatica fisica è una cosa che in cantiere impari a sopportare, ti ci abitui pian piano proprio come succede quando ti alleni. Diciamo che si impara soprattutto il valore del riposo, dato che ci si stanca molto fisicamente, non solo mentalmente.
Sei una persona che chiede aiuto se non riesce in qualcosa o preferisci sbrigartela da sola?
Non mi vergogno a dire che non ho mai fatto niente da sola. nessun progetto riesce senza la collaborazione con gli altri. Tuttavia col tempo ho imparato anche a cavarmela da sola, circondandomi solo di persone di cui mi fido veramente.
Quante ore lavori al giorno?
Generalmente mi sveglio presto e se riesco vado in palestra alle 7.30 uscita da li mi fiondo o in cantiere o in studio e non torno mai a casa prima delle 21. La cosa non mi pesa più di tanto, ciò che davvero mi manca è mangiare i pasti seduta a un tavolo e non sempre appesa a qualche ponteggio o davanti a un pc.
L’ultima volta in cui hai pensato “sono una persona fortunata”?
Ho passato alcuni anni turbolenti in gioventù, diciamo che non sapevo cosa significasse volermi bene, superato quel periodo ho poi sempre avuto la consapevolezza di essere una persona super fortunata. Non mi manca niente: salute,famiglia, amici e ho la possibilità di fare il lavoro che amo in Italia, il che non mi sembra poco.
Dove mi puoi trovare:
ARCH. ARIANNA ROCCA
consulente c/o Studioblu Architetti E.Barberini e L.Dal Pozzolo
Via Cesare Battisti, 17 – Torino
Instagram – arianna_rocca
www.ariannarocca.com
ariannarocca@me.com
credits: a special thank for the help to graphic designers beatrice bressi and Enrico Usberti
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